I litigi, all’interno di un condominio, sono spesso all’ordine del giorno. La convivenza tra estranei, difatti, è molto complicata, specialmente quando le esigenze dei condomini entrano in conflitto tra loro:
a partire dai rumori molesti fino alla suddivisione delle spese condominiali , nella vita condominiale vi sono parecchi aspetti «critici».
Uno di questi riguarda la presenza di animali domestici in condominio: nonostante molte persone si dichiarino «tolleranti», fare i conti con il cane del vicino che abbaia per diverse ore al giorno o con un gatto che sporca spesso le aree comuni è tutta un’altra storia.
Cosa dice la Legge sugli animali domestici in condominio?
La Riforma del Condominio , approvata nel 2012, ha finalmente stabilito il diritto, per i possessori di cani e gatti, di tenere in appartamento i propri amici a quattro zampe.
L’Articolo 16 della Legge 220/2012 sancisce, difatti, che «le norme del regolamento condominiale non possono vietare di possedere o detenere animali da compagnia».
Soltanto in un unico caso l’inquilino è obbligato a non introdurre animali in condominio, ovvero quando tale regola viene inserita nel contratto di vendita o di locazione, dietro approvazione all’unanimità di tutti i condomini: pertanto, questa condizione non può essere applicata in un secondo momento, a meno che non siate d’accordo anche voi.
Tuttavia, ciò non significa che i possessori di animali domestici non siano tenuti ad attenersi alle normali regole civili, nel rispetto dell’igiene e della sicurezza dello stabile: se la presenza di un cane aggressivo mette a repentaglio gli altri condomini, o in caso di incuria, rumori molesti etc., infatti, il proprietario può andare incontro a varie sanzioni.